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Celiachia, reazioni psicologiche ed emozioni

  • dott.ssa Francesca Amatulli
  • 1 ott 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 10 gen 2021

Compresa l'importanza psicologica e relazionale del cibo, esploriamo quali sono le preoccupazioni e le emozioni che accompagnano chi è obbligato a seguire una dieta gluten free.



Facciamo un po' di chiarezza: cosa si intende per celiachia?

Per celiachia, o morbo celiaco, si intende una forma di intolleranza alimentare, che si manifesta in individui geneticamente predisposti, caratterizzati da un’ipersensibilità permanete al glutine, legata ad un’alterazione del sistema immunitario, con un conseguente malassorbimento delle sostanze nutritive.


Per quanto cronica, la celiachia essendo un’intolleranza, non richiede l’assunzione di farmaci, ne tanto meno comporta la necessità di dover convivere con l’idea di una progressiva degenerazione.


Tuttavia, è una malattia autoimmunitaria, che se non diagnosticata tempestivamente e trattata in modo adeguato, può portare a conseguenze importanti.


Attualmente, l’unica terapia disponibile, per la cura del morbo celiaco, è la totale e permanente esclusione dalla dieta, di cereali contenenti glutine.

Celiachia e riattivazione dell'aggressività orale

La situazione, in cui si trova il paziente celiaco, soprattutto nelle fasi iniziali di trattamento, è caratterizzata da rinunce alimentari e sostituzioni, per tanto si possano riattivare precedenti fasi di “fissazioni traumatiche infantili” connesse alle vicende nutrizionali.


Nella vita di ognuno di noi, anche del soggetto normale, definito “ normo-nevrotico”, vi sono vicende traumatiche memorizzate, più o meno elaborate, legate al tema dell'alimentazione.

Dunque, l’iniziale e necessaria modificazione delle abitudini alimentari del paziente celiaco, va a determinare una brusca riattivazione dell’aggressività orale, tipica di un funzionamento infantile risalente ai primi mesi di vita, oltre ad un suo possibile riversamento in termini somatici.


Partendo da questa premessa, vediamo come sia opportuno parlare di una reazione psicologica ed emotiva alla celiachia.


Reazione psicologica ed emotiva alla diagnosi di celiachia

Per la valutazione di questa, bisogna tenere in considerazione, per prima cosa, lo specifico

stato di salute del soggetto, per cui le risposte emotive, saranno differenti in base allo stato di sofferenza dell’individuo.


Vanno indagate, inoltre, le problematiche di accettazione e di compilance alla dieta, intesa come adesione alla "dieta interiorizzata", che varia in base al momento di insorgenza.


Infine, non vanno trascurate le problematiche legate alla qualità della vita percepita dal celiaco e anche queste varieranno in base all’età in cui viene effettuata la diagnosi.


Dunque: "La reazione psicologica individuale va considerata come il risultato della personalità del singolo, insieme alle risorse che egli è in grado di attivare a partire da sé e dal suo ambiente, senza però dimenticare che il tipo di reazione del soggetto è fortemente correlata all’età di insorgenza, o meglio di diagnosi"

(Oppimitti, Trapani 2009).


Ricordiamo, che la diagnosi pur essendo, di fatto, un evento che avviene in un tempo limitato e definito, da un punto di vista psicologico è sempre un processo nel tempo e richiede, quindi, una continua rielaborazione, che varia nella durata, da individuo a individuo.


Nel caso della celiachia, si è osservato che sono soprattutto i primi 6/18 mesi, che seguono la diagnosi, ad essere costellati da maggiori difficoltà, tuttavia, l’intensità della reazione, dipende dalle modalità specifiche della persona e della famiglia in cui questa è inserita.


Dopo la diagnosi cosa succede?

Molti riportano preoccupazioni riguardanti la gestione della nuova condizione in cui ci si trova (rispettare la dieta, evitare le contaminazioni, organizzare i pasti fuori casa),

di questi, alcuni saranno maggiormente irritabili e reattivi, altri, al contrario, potranno avere difficoltà ad esprimere le emozioni, fino ad arrivare ad una flessione del tono dell’umore.

Tra le diverse reazioni possibili, comune è anche l’inclinazione a minimizzare le problematiche quotidiane associate alla celiachia.


Ricordiamo, che in aggiunta e grazie alla nuova dieta, potranno esserci cambiamenti corporei, non sempre facili da accettare, un esempio è l’aumento di peso, spesso dovuto all'alimentazione senza glutine, che comporterà un maggior assorbimento delle sostanze nutritive, fino ad allora inibito dalla reazione autoimmune.


Pensieri frequenti nelle persone celiache

Tra le convinzioni più ricorrenti, nelle persone celiache, vi è quella di ritenersi un problema per la famiglia e di sentirsi di peso per gli amici, per via dell'attenzione che la loro situazione richiede.


Spesso, lamentano anche il fastidio derivante dalla “visibilità non cercata” a tavola, sopratutto al ristorante o in contesti di convivialità.


Per il celiaco, centrale è anche la preoccupazione che gli altri trascurino o dimentichino le esigenze legate alla propria dieta ed al contempo, si trovano a provare un senso di vergogna per la propria condizione.


Non solo, disturbante è anche la consapevolezza di dover convivere con l’idea di una

"costante assunzione di rischio", pur mantenendo delle condotte attenzionate, quando si consumano i pasti.


Fortunatamente, con il tempo, le manifestazioni ansiose, sono le prime a regredire, infatti, queste sembrano strettamente legate alle prime comunicazioni ricevute sulla malattia.

Va detto che però, parte del bagaglio fatto di questi pensieri e queste emozioni, continuerà ad accompagnare la quotidianità di chi ha un "cibo nemico" da evitare.


Un supporto psicologico può essere utile

Va ribadito che complessivamente, le caratteristiche appena descritte, tendono a diminuire nella loro intensità e frequenza, sebbene, alcune di esse, possano permanere anche a molti anni di distanza dalla diagnosi, testimoniando, come, l’intervento di supporto psicologico e di rielaborazione dei vissuti emotivi e dei significati simbolici ad essi connessi, possa essere utile anche per celiaci “esperti”.


dott.ssa Francesca Amatulli - Psicologa Psicoterapeuta - Milano


Bibliografia

- Cimma, Psicologia della celiachia, CoeliacForum 2009

- Oppimitti, Trapani, Sono Celiaco, non Malato! Red Edizioni2009.


Leggi anche:

- Cibo e relazione, tra piacere e colpa


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